Impossibile non conoscere le famose Superstar. E ancora più difficile è togliersi dalla mente le iconiche 3 Strisce ricamate ai lati delle felpe o dei pantaloni.
adidas Originals non è semplicemente una marca di abbigliamento sportivo. Si è affermata come brand streetwear per eccellenza, è entrata a far parte della cultura urbana ed è diventata il simbolo dell’identità di alcune persone.
Tutti la conosciamo, in molti l’hanno scelta come imprescindibile di stile, ma ironicamente solo in pochi conoscono la storia dell’iconico brand a 3 Strisce. Una storia alquanto curiosa che vede come protagonista la discussione di due fratelli e la voglia di continuo superamento.
C’era una volta…
Le origini di adidas Originals risalgono al 1924, quando Adolf “Adi” Dassler fondò un’azienda calzaturiera con suo fratello Rudolf, la Gebrüder Dassler Schuhfabrik (Fabbrica di scarpe dei fratelli Dassler).
L’idea era quella di creare scarpe specifiche per lo sport, che potessero offrire il massimo comfort agli atleti e proteggerli dagli infortuni. Fu così che nacquero le prime scarpe per l’atletica con tacchetti, le stesse che vennero indossate da Lina Radke vincitrice dell’oro alle Olimpiadi del 1928.
Ed è proprio in questo modello che vediamo una prima apparizione delle strisce laterali. All’inizio erano solo due e la loro creazione partiva da una necessità puramente funzionale. Le strisce ai lati sulla zona centrale del piede servivano infatti a mantenere e sostenere la struttura della scarpa, ma divennero anche un segno distintivo dell’azienda.
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La creazione del logo a 3 Strisce di adidas
Per parecchi anni l’azienda andò alla grande, ma lo scoppio della II° Guerra Mondiale diede inizio ad una rivalità tra i due fratelli che portò alla divisone della compagnia. Nel 1947 ognuno prese la sua strada, Rudolf fondò una nuova azienda RuDa (ribattezzata poi come PUMA) e Adi iniziò la storia di adidas.
Il nome della marca proviene proprio dal nome del suo fondatore. È infatti l’unione del soprannome di Adolf e del suo cognome, Adi Dassler.
Fondata la nuova azienda, Adi non poteva più utilizzare le due strisce come in precedenza. La soluzione? Aggiungere una terza striscia nel mezzo e dare vita alle iconiche 3 Strisce che vennero poi incluse in qualsiasi articolo.
Ma i problemi non erano ancora finiti. Infatti quando Dassler cercò di brevettare le 3 Strisce come marchio della compagnia, scoprì che una piccola azienda finlandese le aveva già registrate a suo nome. Fortunatamente, il fondatore di adidas non si diede per vinto e convinse la marca finlandese a vendere il brand a strisce. Il prezzo? Una somma che corrisponde oggi a intorno €1600 euro.
La nascita del Trifoglio di adidas Originals
Da quel momento in poi il successo di adidas fu una strada in salita. Nei primi anni, la nuova azienda si concentrò a migliorare i materiali utilizzati, la struttura del design e la ricerca di forme ergonomiche.
Ma fu solo nel 1970, quando adidas iniziò ad utilizzare tecnologie moderne come la gomma in EVA, che le prestazioni delle sue calzature raggiunsero l’apice.
Nel frattempo però cresceva la concorrenza nel campo del footwear e la rivalità con l’azienda di suo fratello PUMA era sempre maggiore. Tanto da sentire la necessità di reinventare il proprio brand e creare un logo dinamico che potesse mostrare al mondo un adidas rinnovato, diverso e all’avanguardia.
È proprio qui che nasce il leggendario Trifoglio. Tre foglie che si uniscono in una figura di una pianta, tagliata al centro in orizzontale con le immancabili 3 Striscie a simboleggiare lo spirito olimpico e l’eredità della marca.
Oggi il Trifoglio è il logo utilizzato per la linea Originals che propone modelli di scarpe classiche e nuove silhouette contemporanee, abbigliamento casual e collaborazioni esclusive. Il tutto con un forte impatto di stile nella moda streetwear.
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L’evoluzione del logo fino ad oggi
Dopo il primo cambio fatto al logo negli anni 70, la rapida progressione tecnologica delle scarpe e dell’estetica del design portò ancora una volta ad una necessità di rinnovamento.
Negli anni 90 in seguito al grande successo della super futuristica collezione ZX, adidas introduce il brand Equipment. Una nuova linea concentrata sulle performance e sulla precisione del design, concepita per soddisfare le esigenze degli atleti in diversi contesti.
Questa nuova prospettiva riporta in evidenza la funzione pratica delle 3 Strisce dando vita a numerosi design differenti. Molti modelli EQT infatti integrano le 3 Strisce nel sistema di allacciatura dove una serie di corde si avvolgono ai lati del piede per offrire una maggiore stabilità.
La stessa visione funzionale viene mantenuta poi in altri modelli adidas. Le UltraBoost, ad esempio, trasformano le 3 Strisce in un rinforzo in TPU che viene posizionato ai lati e sostiene il piede.
Per non dimenticare poi il classico logo adidas dedicato all’attrezzatura sportiva e indossato da moltissimi atleti. Composto da tre strisce parallele a rappresentare una montagna, questo logo simboleggia gli obiettivi e le sfide che ci attendono nella vita. Le stesse sfide e obiettivi che ogni sportivo affronta ogni giorno per superare i propri limiti.
Il segreto del successo
In questo clima di superamento continuo e di innovazione, vediamo come il percorso del logo adidas ha dato vita a molte sfaccettature della stessa essenza. Se da un lato la varietà del logo potrebbe essere vista come un ostacolo per l’affermazione stessa del brand, dall’altro è stata proprio questa versatilità a portare adidas al successo.
Le 3 Strisce hanno saputo affermarsi in tanti contesti diversi, dallo sport all’atletica, fino al mondo della musica, della moda e dell’arte. Sono state adottate come simbolo per l’identità di una miriade di sottoculture, hip hop, underground, skateboard e molte altre, e continuano a proporre design all’avanguardia per l’era contemporanea.
In certo modo questo approccio multidirezionale all’immagine del brand riflette proprio l’idea principale con cui sono nate le 3 Strisce. La praticità, la versatilità e la flessibilità sono gli elementi che hanno permesso al logo di adattarsi ad ogni tipo di contesto fino a diventare un’icona mondiale.
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