Boost, Air, Gel, sono solo alcune tra le tecnologie di ammortizzazione che rendono così comode le sneakers che hai ai piedi. Adesso la maggior parte dei brand hanno cambiato il loro approccio per garantire il massimo del comfort in ogni momento e puntano molto sul cushioning investendo sulla tecnologia.
Una volta non esisteva un vero e proprio sistema di ammortizzazione nelle scarpe. Prima l’intersuola veniva realizzata solo in EVA (etilene vinil acetato), un materiale elastico simile alla gomma. Ma negli anni ’70 Nike ruppe gli schemi introducendo la tecnologia Air. Asics lanciò l’ammortizzazione Gel nel 1980 e adidas introdusse la rivoluzione Boost nel 2013. Da allora, Under Armour, Puma, New Balance e molti altri brand hanno dovuto evolversi per stare al passo con i tempi e con le innovazioni dell’intersuola in EVA creando le loro proprie ammortizzazioni.
Qui trovi la lista di vari tipi di ammortizzazione divisi per marca.
Nike
Sicuramente lo Swoosh offre la gamma più ampia in fatto di ammortizzazione. Dopo aver introdotto l’unità Air, Nike ha messo a punto anche la tecnologia Zoom Air nel 1995, ovvero una serie di unità Air intercalate da fibre in nylon o poliestere altamente conduttive. Il grande pro dell’unità Air è quello di non perdere la reattività ma il grande contro è il peso della scarpa, infatti per costruire una sneaker con tecnologia Air è necessario disporre di una struttura solida ed imponente che, di conseguenza, aggiunge peso alla silhouette.
In fine bisogna parlare dell’intersuola React introdotta nel 2017 che offre un’ammortizzazione reattiva, proprio come suggerisce il nome, ed è formata da una base in TPE (elastomeri termoplastici). Inizialmente ideata per il basket, nel 2018 è stata adottata dal mondo del running studiando una geometria perfetta per questo tipo di sport. Il grande vantaggio della suola React è la resistenza nel tempo, la sua capacità di mantenere un alto livello di ammortizzazione e di ritorno di energia nonostante l’usura.
Le innovazioni non sono finite, abbiamo infatti visto anche l’intersuola Zoom X sulle scarpe dei maratoneti. Realizzata in fibra di carbonio, quest’intersuola ti permette di raggiungere la tua velocità massima.
adidas
Unendo reattività, leggerezza, comfort e resistenza alle temperature, Adidas ha lanciato nel 2013 la tecnologia Boost che ha marcato un prima e un dopo nel campo del cushioning. Svariati anni dopo, questo tipo di ammortizzazione è passato dall’essere esclusivo all’essere applicato alle scarpe da running e, ad oggi, anche alle scarpe lifestyle come le famose UltraBOOST.
Ma cos’è Boost? Parte tutto dalla collaborazione tra Adidas e BASF, una compagnia chimica internazionale che ha sfruttato un processo tipico dell’industria automobilistica fondendo insieme pellet grazie al vapore ad alta pressione. Durante questo procedimento, Matthias Amm (direttore adidas running) spiega che i pezzi di TPU vengono fusi insieme per creare piccole capsule che andrano a formare l’intersuola. La particolarità di questo materiale è l’elevata resistenza al calore e al freddo e l’incredibile ritorno di energia che offre ad ogni passo. Neanche lontanamente paragonabile alla suola in EVA.
Potremmo parlare di una struttura a “cellule” che aiuta a distribuire l’energia sotto i piedi in maniera ideale ed uniforme. Lo scopo della tecnologia Boost è quello di aiutarti a correre più a lungo e più comodamente. In seguito, Boost si è evoluta in Boost Light diventando l’intersuola in foam più leggera di sempre e con il massimo ritorno di energia. Adidas iniziò anche a creare intersuole colorate anzichè solo bianche.
Il brand tedesco afferma che continuerà a puntare su questo tipo di tecnologia e che Boost continuerà a definire la linea di prodotti anche in futuro grazie ad innovazioni tanto tecniche quanto estetiche.
Asics
Lanciata nel 1986, Asics GEL è fatta di elastomeri messi insieme in una costruzione solida che conferisce resistenza e stabilità. La tecnologia GEL si è evoluta ben 9 volte dal suo debutto puntando su una più alta capacità di assorbimento degli urti, su un peso ridotto e su una resistenza maggiore.
La particolarità di questo tipo di tecnologia risiede nella possibilità di abbinarla a tutti i tipi di materiali ed intersuole dato che è posizionabile in qualsiasi area della base. GEL pesa all’incirca la metà di una suola simile in EVA e presenta il 10% in più di resistenza e il 20% in più di capacità di assorbimento.
Successivamente, usando nanofibre tra le bolle d’aria, Asics ha creato la tecnologia FlyteFoam che amenta la resistenza di un ulteriore 20% in un’intersuola ancora più leggera.
Voci di corridoio dicono che prossimamente sarà disponibile una nuova intersuola trasparente ispirata ai cuscinetti naturali delle zampe di cani e gatti. Attendiamo con ansia di saperne di più.
Under Armour
Under Armour ha lanciato la sua tecnologia di ammortizzazione un pò in ritardo rispetto agli altri brand. Nel 2017 nasce Hovr in collaborazione con Dow Chemical combinando l’ammortizzazione a un sistema “energy web”. Si tratta di un tessuto in mesh che incorpora la tecnologia Hovr con l’obiettivo di trannere e distribuire al massimo l’energia.
Dave Dombrown, il Chief Designer di UA, spiega che ogni passo di un runner ha un impatto di 2-4 volte il suo peso corporeo che lo “spinge in giù”. Il ritorno di energia della tecnologia Hovr ti “tira su” in modo da correre più veloce, più comodamente e più facilmente. Under Armour si dichiara molto orgogliosa del prodotto HOVR e delle sue potenzialità, avendo così marcato un nuovo capitolo nella storia e nell’evoluzione del brand.
New Balance
New Balance ha lavorato sull’intersuola in EVA fin dagli anni ’80 aggiungendo uno strato in poliuretano per sostenere e stabilizzare la suola. Successivamente, collaborando con Dupont, è nata la tecnologia ABZORB.
REVlite nel 2011 per un’ammortizzazione effetto spugna; Fresh Foam nel 2014 con diverse zone di resistenza in stampa 3D. Quest’ultima in particolare ridefinisce il modo di correre perchè utilizza un programma che riceve input basati su dati reali di velocità, forza e pressione misurati durante diverse sessioni di running. Parliamo quindi di un calcolo scientifico alla base della realizzazione di questo tipo di tecnologia di ammortizzazione.
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