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Fashion | 16/04/2020

Tie Dye: il ritorno della tendenza retro

Retro Vibes

A volte ritornano… Ebbene sì, sappiamo che la moda è ciclica ma spesso siamo convinti che alcune tendenze non torneranno mai come i panta ciclisti, i marsupi o l’effetto tie dye. Invece, sono tutti must-have per la primavera 2020.

Questi pezzi erano già ricomparsi l’anno scorso senza convincerci del tutto, adesso invece ci sembra proprio di non poterne fare a meno. Sarebbe impensabile un guardaroba senza cycle shorts, uscire senza mettere telefono e chiavi nel nostro marsupio super pratico o vestirci con colori piatti e noiosi, quando quelli psichedelici ed accesi tie dye sono molto più fighi.

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Sapete quale tra queste è la tendenza preferita da JD? Il tie dye, anche conosciuto come tintura a riserva. Tutti ci siamo cimentati almeno una volta in questa tecnica per rinnovare le nostre t-shirt, ma ne cosciamo le origini? Sapremmo dire da dove arriva? Se la risposta è no, allora dovresti leggere il resto dell’articolo per scoprire tutte le curiosità su questo metodo di tintura.

Le origini

I primi paesi ad utilizzare questa tecnica furono la Cina, tra il 618 e il 906 d.C., e il Giappone, tra il 552 e il 794 d.C. A quell’epoca ovviamente non esistevano le tinte industriali e chimiche per tessuti quindi si usavano tecniche naturali colorando i capi con bacche, foglie, radici e fiori. Questi elementi naturali venivano messi a bollire per rilasciare il colore, successivamente i vestiti venivano immersi nell’acqua per assorbire il colore.

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Anche in India all’inizio del VI secolo iniziò ad usarsi questa tecnica con il nome di Bandhani. In Giappone e in Indonesia dall’VIII secolo si optava per un metodo molto elaborato chiamato Shibori per creare disegni simili a quelli dei kimono. Un’altra tecnica di tie dye è la tsujigahana in Cina.

Possiamo riassumere che il tie dye è quindi una tecnica di tintura antichissima che esiste sotto diverse forme a seconda del risultato che si vuole ottenere.

America

I paesi occidentali iniziarono a conoscere il tie dye durante i ruggenti anni ’20 mentre in America, durante la recessione negli anni ’30, questa tecnica veniva utilizzata per decorare sia i vestiti che le case. Lo scopo era mostrare come utilizzare materiali facilmente reperibili ed economici (caffè, cotone, ecc…) per dare un look totalmente nuovo ad oggetti vecchi senza spendere troppi soldi. Insomma, una tecnica perfetta per rinnovare il guardaroba in tempi di crisi economica.

Cultura Hippie

Senza dubbio, quando ci immaginiamo una t-shirt psichedelica tie dye la visualizziamo indossata da un capellone con occhiali da sole tondi che fà il simbolo della pace. Infatti questa tecnica è comunemente associata alla cultura hippie e agli anni’60. È molto facile trovare miriadi di persone con vestiti tie dye tra le foto di Woodstock nel 1969 perchè, ancora una volta, questa era una tecnica poco costosa per rinnovare il look esprimendo al tempo stesso individualità e personalità.

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Anni ’80

Finalmente le innovazioni tecnologiche permisero di creare capi con effetto tie dye più resistenti e che non scolorivano rapidamente quindi l’industria della moda cominciò ad introdurre questo effetto nelle sue collezioni. Tra una sfilata e l’altra, l’effetto tie dye non si limitava più alle t-shirt ma anche a pantaloni, abiti, borse, scarpe, ecc… Negli anni ’80 un capo tie dye era un vero must-have e grazie alla varietà di colori e stili si potevano veramente accontentare i gusti di tutti.

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Oggi

Dopo essere sparito per qualche decennio, il tie dye è tornato già dall’anno scorso ma quest’anno assistiamo ad una vera esplosione di colori e stili. Esatto, perchè se nel 2019 non ci aveva del tutto convinto, adesso il nostro guardaroba soffrirebbe terribilmente senza l’allegria di questo mix di colori.

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Come creare una t-shirt tie dye

Se anche tu ami questo look devi assolutamente provare a personalizzare una t-shirt con questo effetto. Prendi nota e segui tutti i passaggi:

  1. Prendi una maglietta bianca di cotone, questo materiale assorbe benissimo il colore.
  2. Metti la maglietta a bagno per 10/15 minuti in acqua calda e bicarbonato di sodio così i colori si assorbiranno rapidamente.
  3. Rimuovi la t-shirt e strizzala.
  4. Procurati degli elastici o del filo per legare la maglietta e dividerla così in sezioni. In alternativa puoi anche creare dei nodi.
  5. Indossa un paio di guanti e inizia a preparare i colori per tessuti. In alternativa, puoi usare spezie e materiali che trovi a casa per estrarre la tinta.
  6. Adesso inizia ad applicare il colore partendo dal più scuro fino al più chiaro. Un colore per sezione. Continua ad applicare il colore fino ad ottenere una sfumatura di uno/due toni più scura del risultato finale che hai in mente.
  7. Lascia che il colore si assorba senza rimuovere gli elastici o i nodi creati. Se cerchi un effetto pastello non c vorrà molto, ma se punti a un look psichedelico è meglio lasciar riposare il colore tutta la notte.
  8. Taglia gli elastici e risciacqua la maglietta con acqua calda. Gradualmente, diminuisci la temperatura man mano che l’acqua diventa sempre più chiara.
  9. Adesso rilavala in acqua fredda e mettila ad asciugare
  10. Considera che per i primi lavaggi, la maglietta perderà colore quindi ti consigliamo di lavarla da sola o con capi scuri.
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Inizia con questo effetto arcobaleno molto semplice e poi sbizzarrisciti con pattern sempre più complicati!

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